Conviene,
parlando di quest’ Arco, ricordare il,nome di Port’ Aurea, Porta d’ Oro, con
cui i cittadini la indicano da secoli. Il Senato e il popolo Romano, lo
costruirono nel 114 dopo Cristo in onore di Nervana Traiano, Ottimo, Augusto,
Germanico, Dacico, quando cioè l’ imperatore aveva ultimato la guerra in
Germania e la conquista della Dacia (Romania).
L’Arco alto
m. 15,60 e aperto m. 8,60, è rivestito di marmo pario con sei grandi pannelli a
bassorilievi su ciascuna faccia e due altri nel fornice, dedicati alle gesta
dell’ Imperatore. Il fregio della trabeazione, tutto intorno all’ Arco,
rappresenta il corteo di trionfo di Traiano; l’archivolto reca, nei due lati,
simulacri di vittorie e di fiumi, nonché quattro graziosi putti col simbolo
delle stagioni: fiori, spighe, uva e mantello. L’interpretazione delle sculture
è tuttora incerta e controversa.
Dal punto di
vista artistico si impone la scena, costituita da due bassorilievi dell’attico
verso la Città accanto alla dedica, che rappresenta l’ingresso dell’ Imperatore
in Campidoglio. All’estrema destra Traiano in toga avanza avendo a fianco un
giovane con veste militare, Adriano, suo figlio adottivo e successore. Una
donna con corona turrita, la dea Roma, lo indica al padre con nobile gesto tra le
altre figure fortemente caratterizzate. Lo sfondo è notevole per la
prospettiva di un arco del Campidoglio e
del timpano del tempio di Giove Custos. Nel pannello a sinistra la triade
capitolina: Minerva, Giove e Giunone attende l’Imperatore in quella che è
l’ultima rappresentazione religiosa del Paganesimo che costringe in nobili
linee umane un impeto soprannaturale ormai privo della serenità ellenica e
denso di vigorosa maestà romana.
Il motivo si
ripete, sotto altro aspetto, nella pregevole scena centrale della volta: in un
trofeo di fiori e di armi la Vittoria incorona Traiano in veste eroica.
Nella zona
circostante furono trovate le statue dell’ Imperatore e di sua moglie Plotina a
conferma che vi fosse un antico Foro.
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